organo- Organ

Domenico Traeri 
1725
 
Chiesa parrocchiale di San Giacomo apostolo - Cognento (RE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Fingerboard  music

 series

 

 

 

 

 

 



 

- Bernardo Pasquini -

 Opere per organo

 

   MVC/008-023 DDD 

Prima registrazione mondiale -First recording
organo storico- authentic organ

Domenico Traeri  1725
 
Chiesa parrocchiale di San Giacomo apostolo - Cognento (RE)

 

contenuto musicale - contents:

1- Toccata per Spagna

2- Partite di Bergamasca e Variazioni capricciose

3-  Bizzarria

4- Canzona Francese

5- Passacagli per il nipotino di Mons. Ruffo

6- Toccata per il Melani

7- Toccata con lo scherzo del cucco

8- Passacagli

9-  Toccata per Monaco

10-  Toccata per lo Scozzese

11- Variazioni per il paggio Todesco

12- Bergamasca

13- Variazioni per Fiorenza

14-  Toccata in f. fa ut

15-  Tastata per Milone

16-  Variazioni

 

Davide Pozzi - organo

 

 

Testi libretto  -  Booklet texts
Italiano   English

 


Esecutore

Artist

Davide Pozzi

Organo- Organ

Davide Pozzi, nato nel 1975, si è diplomato con il massimo dei voti in organo e composizione organistica (Eva Frick Galliera)e in clavicembalo – fortepiano – clavicordo  (M.Porrà) al Conservatorio "G.Verdi" di Milano. Ha poi proseguito i suoi studi alla Civica Scuola di Musica di Milano diplomandosi, sempre con il massimo dei voti,nella classe di organo barocco di Lorenzo Ghielmi. Qui ha anche intensificato con Laura Alvini lo studio del clavicembalo. Infine si è perfezionato alla "Schola Cantorum" di Basilea in organo con J.C.Zehnder e in cembalo con A. Marcon.  È stato premiato in concorsi organistici nazionali e nel 2000,come cembalista del gruppo "Estro Cromatico", ha vinto il secondo premio al concorso internazionale "Bonporti" di Rovereto e il premio "Barenreiter" al Telemann di Magdeburgo, entrambi presieduti da Gustav Leonhardt.

Come solista ha suonato all'organo e al cembalo  per associazioni, festivals ed enti culturali di primissimo piano ( Musica e Poesia a S.Maurizio, Teatro Regio di Parma, Auditorium di Milano Antichi organi in Concerto,”Musica Rara – Milano” ecc.); inoltre collabora stabilmente con “L’Aura Soave-Cremona”, “Fantazyas”, I Madrigalisti Ambrosiani,  il gruppo vocale “Musica Laudantes”, l'Orchestra Sinfonica di Milano "G. Verdi", “Musica Rara”, “Stradella Consort”, “Cordia Brunico” ed altri, suonando  per importanti stagioni e festival internazionali in Italia e all’estero, con artisti e direttori di fama mondiale ( R.Chailly, C. Hogwood, H. Rilling,  E.Kirkby, A Bernardini,  ecc. ). Ha suonato concerti di Bach, Galuppi e Handel per cembalo – organo e orchestra.  Ha  inciso per Amadeus, Stradivarius, Bongiovanni, La Bottega Discantica, Rai Radio 3, Tactus, Bayerische Rundkuft classic e ORF.

È  organista titolare dell'antica Basilica  di S. Vittore al Corpo di Milano.

 

Davide Pozzi, born in 1975 he graduated with the honors in organ and organ composition (Eva Frick Galliera) and in harpsichord – fortepiano – clavichord (M.Porrà) at the “G.Verdi” Conservatory in Milan.  He then continued his studies at the Civica Scuola di Musica in Milan receiving his diploma, again with honors, in Lorenzo Ghielmi’s baroque organ class.  While there he also enhanced his harpsichord studies with Laura Alvini.  Finally, he attended the “Schola Cantorum” of Basel for post-graduate studies in organ with J.C. Zehnder and in harpsichord with A. Marcon.  He was a prize recipient in organ competitions and in the year 2000 as ensemble harpsichordist of the group “Estro Cromatico” he won second prize at the international competition “Bonporti” in Rovereto and the “Barenreiter” prize at Telemann of Magdeburg, both presided over by Gustav Leonhardt.

As soloist he has played organ and harpsichord for associations, festivals and cultural institutions of the highest level ( Musica e Poesia a S. Maurizio, Teatro Regio di Parma, Auditorium di Milano Antichi organi in Concerto, “Musica Rara – Milano” etc.).  In addition, he regularly collaborates with “L’Aura Soave-Cremona”, “Fantazyas”, I Madrigalisti Ambrosiani, the vocal group “Musica Laudantes”, l’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi”, “Musica Rara”, “Strabella Consort”, “Cordia Brunico” and others, playing for important concert seasons and international festivals in Italy and abroad with artists and directors of worldwide acclaim (R.Chailly, C. Hogwood, H. Rilling,  E.Kirkby, A Bernardini, etc.)  He has played concertos by Bach, Galuppi and Handel for harpsichord – organ and orchestra.  He has recorded for Amadeus, Stradivarius, Bongiovanni, La Bottega Discantica, Rai Radio 3, Tactus, Bayerische Rundkuft classic and ORF.

He is holds the organ post at the ancient Basilica di S. Vittore al Corpo in Milan. 

 

 

 

 

 

ORGANO ‘SERASSI’ (1792) della CHIESA DEI S. CORNELIO e CIPRIANO
- VAIANO CREMASCO -

Due tastiere di 50 tasti (Do1 - Fa5 con prima ottava corta). Il Grand’Organo è posto sulla tastiera
superiore, l’Organo Eco su quella inferiore.
La pedaliera è a leggio, con 18 pedali (DO1 - SOL 2 con prima ottava scavezza), costantemente
unita al Grand’Organo.
I registri sono azionati da manette ad incastro (Grand’Organo) e pomelli a tiro (Organo Eco).

Bernardo Pasquini

 Opere per organo

di  Davide Pozzi

«Quanto al ragguaglio che desidera intorno al Sig. Bernardo Pasquini, non posso dirle altro: solo che chi vuole scordarsi travagli e fatighe senza che beva l’acqua del fiume Lete, s’incammini a godere la dolce sinfonia de’ cembali et organi toccati dalle sue mani; [perchè nel tempo] presente non capita in questo gran teatro del mondo prencipe o privato straniero che non si porti ad ammirare la virtù inimitabile di questo celebre soggetto». In questo modo, nel 1693 il teorico e compositore Angelo Berardi descriveva, con espressioni certamente barocche, il nostro Bernardo Pasquini.

Nato a Massa Valdinievole il 7 dicembre 1637, venne portato in giovane età da uno zio a Ferrara, dove prestò servizio come organista per quella famosa ‘Accademia della morte’ dove qualche decennio prima avevano lavorato Girolamo Frescobaldi e Luzzasco Luzzaschi. Nel 1650 raggiunge Roma, dove passerà il resto della sua vita lavorando come organista di importanti chiese (tra le quali S. Maria in Vallicella, S. Luigi dei Francesi ed infine in S. Maria in Aracoeli, con il titolo di “Organista del Senato e del popolo romano”. In oltre cinquant’anni di attività, lavorò come organista, cembalista e compositore sia di musica vocale (in particolare cantate e oratori) che di musica per tastiera, servendo il fiore dell’aristocrazia Romana: La regina Cristina di Svezia, le famiglie Pamphilj, Ottoboni, Rospigliosi, Colonna e Borghese. Nel 1664 suonò per Luigi XIV, al seguito di una delegazione pontificia in visita in Francia e questa non era la sua prima visita al di fuori dell’Italia. Era infatti stato a Vienna dove aveva suonato per l’imperatore Leopoldo I che invano aveva cercato di assumerlo al proprio servizio.

La sua fama di didatta riusciva ad attrarre a Roma numerosi cembalisti e organisti, che negli anni successivi sarebbero diventati famosi: Georg Muffat, Johann Philip Krieger e gli italiani Domenico Zipoli e Francesco Gasparini.

Con l’esclusione di alcune opere pubblicate in antologie, tra il 1700 e il 1720, la quasi totalità dei lavori di Bernardo Pasquini ci è giunta in forma manoscritta. Fino a poco tempo fa la mancanza di un’edizione critica delle opere di Pasquini e la presenza di numerosi lavori malamente rivisti rendeva problematica e limitata l’esecuzione di questo repertorio. Grazie alla nuova Opera omnia pubblicata dall’ Istituto dell’organo storico Italiano l’accesso a questo repertorio diviene oggi estremamente semplice e garantisce una lettura libera da aggiunte e cambiamenti arbitrari. In particolare, ciò che più colpisce tra le caratteristiche compositive del maestro romano è la pulizia e la razionalità estrema della condotta delle parti che si svincola a volte dal mero contrappunto per andare a visitare quella vena melodica tipica di un momento storico ancora da venire. Per poter godere a pieno di tutte le sfumature, delle imitazioni, delle parti fugate si è cercato di riprodurre una sonorità cameristica che ben si sposa con l’uso non solo liturgico che veniva fatto degli organi positivi al tempo del Pasquini.

L’organo utilizzato, oltre ad essere coevo della musica suonata, è situato in un piccolo ambiente che ha potuto suggerire una lettura più libera da vincoli acustici dovuti ad un riverbero più ampio. Una lettura dei brani quasi cembalistica dunque è sicuramente adatta ad un repertorio spesso suonato nei grandi palazzi Romani e non solo in chiesa. Per questo e per il fatto di avere ritornelli molto frequenti nel basso, che quindi schiariscono anche i passaggi affidati alle parti meno acute, il piccolo strumento del Traerei ci è sembrato davvero perfetto.

SCHEDA TECNICA

Cognento (provincia di Reggio Emilia, comune di Campagnola Emilia, diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, vicariato di Guastalla, parrocchia di Cognento). Chiesa parrocchiale di San Giacomo apostolo detto ‘il Maggiore’. Organo di Domenico Traeri (1725); collocato su di una cantoria posta sopra il presbiterio in cornu Epistulæ. Cassa con basamento indipendente con fregi intagliati, dipinta a tempera.

 

Disposizione fonica

Principale (8’ fino a mi b2)

Principale (8’ da mi2)

Ottava (XV/VIII a si b2 / si2)

Decimanona (ritornello a fa#4)

Quintadecima (XXII/XV a si b2 / si2)

Vigesimaseconda (XXVI/XIIXV a si b2/si2; ritornello a do #2)

Flauto in XII

Voce umana (da mi b3)

Tastiera di 45 tasti, Do1 – Do5, con prima ottava corta;

Pedaliera a leggio di 13 tasti, do1 - mi2, con prima ottava corta, costantemente unita alla tastiera;

Mantici: 2 a cuneo. Somiere maestro “a tiro”.

Iscrizione su cartiglio all’interno dell’anta che chiude la secreta (ora dispersa):

Die septimo octobris anno Salutis 1725 Ioannes Dominicus de Traeris, vulgo dictus Bresciano, Mutinae fecit, Benedicto XIII Summo Pontefice

Pressione: 45 mm. in colonna d’acqua

Corista: La a 432 Hz. a 21,9°C e al 44% di umidità

Temperamento: Tono medio con mi b e si b abbassati

Restauro a cura di Paolo Tollari (2003)

 

L’ORGANO DOMENICO TRAERI (1725) DELLA CHIESA PARROCCHIALE DI COGNENTO

di Federico Lorenzani

Il prezioso organo della chiesa di Cognento è stato costruito da Domenico Traeri nel 1725. Anche se è dimensionalmente ed esteticamente confacente alla chiesa che lo ospita era stato inizialmente ideato e costruito per la chiesa di Sant’Andrea di Castelnuovo Sotto. Prima di approdare definitivamente a Cognento, nel 1805 lo strumento fu venduto in cambio di uno strumento più grande alla chiesa parrocchiale di San Faustino di Rubiera. Nel 1871, a sua volta la parrocchia di San Faustino volle dotarsi di un grande organo del vicentino Giovanni Battista De Lorenzi, così il 22 aprile dello stesso anno l’organo venne acquistato e collocato nella chiesa parrocchiale di Cognento.

Lo strumento venne sistemato su di una cantoria posta sopra il presbiterio in cornu Epistulae, nel 1875 fu eretta una controcantoria. Nel 1936 le cantorie furono dipinte dal noto pittore Pompilio Mandelli di Villarotta di Luzzara. Lo strumento è di particolare interesse storico ed artistico per aver mantenuto inalterate le sue caratteristiche originarie di temperamento e corista.

Riferimenti bibliografici:

CARLO GIOVANNINI. ‘Notizie di arte organaria nei ducati estensi nel XVII e XVIII secolo: i Traeri’, in: Aspetti e problemi del Settecento modenese, Modena, Aedes Muratoriana, 1982;

CARLO GIOVANNINI, PAOLO TOLLARI, Antichi organi italiani. La provincia di Modena, Modena, Panini, 1991;

SAURO RODOLFI, Il restauro dell’organo di Domenico Traeri (1725) e le campane della chiesa di Cognento, Cognento di Campagnola Emilia (RE), Parrocchia di San Giacomo Maggiore – Comune di Campagnola Emilia, 2003.

 

I  Traeri

La famiglia Traeri rappresenta una delle più importanti dinastie organarie che operarono tra il XVII e il XVIII secolo prevalentemente in territorio emiliano. Carlo (inizi 1600-1689), figlio di Ugo, intagliatore, apprese l’arte paterna e quella organaria in ambito bresciano (non è da escludere, visto le forti analogie costruttive presso gli ultimi rappresentanti degli Antegnati).

Decise di trasferirsi a Bologna intorno al 1670, venendo a contatto con i lavori dei Colonna. La fama organaria della città d’origine (Brescia), accompagnò sempre i componenti della famiglia che verranno spesso definiti Bresciani e in gergo emiliano Bressani o Bersani. La sua attività iniziò attorno al 1655. Ebbe due figli che proseguirono l’attività del padre, Giovanni Francesco (Bologna, seconda metà del XVII secolo - 1732) e Giovanni Domenico (Bologna, seconda metà del XVII secolo – Modena, 1744). Il secondo, dopo alcune opere in coppia col fratello, si trasferì nel ducato estense a Modena nel 1707 e aprì bottega dirimpetto alla chiesa dei Cappuccini (ora Via Ganaceto, 154), territorio nel quale svolse principalmente la sua attività con sconfinamenti nel ravennate, e nel piacentino.

Grazie alla loro bravura, in pochi anni la loro attività si intensificò notevolmente in Bologna e dintorni e in tutta l’Emilia Romagna. Ugo Annibale e Giuseppe, figli di Gianfrancesco (Giovanni Francesco), dopo la collaborazione con il padre, proseguirono l’attività sia in collaborazione che separati. I primi organi di Carlo e Giovanni Francesco risentirono evidentemente dell’influsso della scuola bresciana rinascimentale, sia nell’estetica delle facciate che nelle sonorità: con i registri di Ripieno, uno o due registri di Flauto e la Voce umana basati sulle misura classiche di quella scuola. Grazie all’esperienza di ebanisti e intagliatori, realizzavano spesso anche le casse e i prospetti degli organi con il loro apparato decorativo. Ugo Annibale e Domenico furono anche cembalari. Alcuni esemplari sopravvivono in collezioni pubbliche e private a Bologna, Milano e in Inghilterra. G. F. Haendel, pare fosse in possesso di un cembalo di Ugo Annibale. Domenico invece non aveva figli ma aveva instaurato un legame molto forte con un suo lavorante che si chiamava Agostino Scarabelli (Castelfranco Emilia, 1721 ca. – Modena, dopo il 1784) di Castelfranco. Agostino sposò la figlia di Domenico e, visto che lavorava per i duchi modenesi si fregiò del titolo di “organaro ducale” lavorando fino alla fine del secolo: lo storiografo reggiano Prospero Fantuzzi su Domenico e Agostino scriveva “Domenico Traeri era scapolo. Aveva fissato il suo domicilio in Modena dove lavorava. Non avendo successione lasciò suo erede di non mediocre patrimonio, con tre fondi stabili e casa in Modena dirimpetto ai Cappuccini, un suo capo lavorante Agostino Scarabelli di Castelfranco di là da Modena, col patto che assumesse il cognome di Traeri. Agostino Traeri seguitò con qualche merito finché visse la fabbricazione degli organi. Lasciò morendo tre figli ben educati e provveduti. L’uno perito agrimensore che morì presto. Un altro che si fece Domenicano. Il terzo sacerdote, unico erede del padre.”

Produttore: Ass. culturale “G. Serassi” - Marcello Villa

Recording, editing e mastering: Diego Cantalupi

Microfoni Schoeps MK-2s;

Preamplificatore microfonico: Millenia Media HV-3;

Convertitore A/D: Prism Sound Dream A/D-2

Grafica: Studio Syntagma - Cremona

Registrazione effettuata il 10-11 Aprile 2008

Si ringraziano: Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Reggio Emilia-

Guastalla, Parrocchia di Cognento, Don Carlo Sacchetti, Amministrazione

comunale di Campagnola Emilia, Simone Vezzani, Ditta organaria Paolo

Tollari Fossa di Concordia sulla Secchia (MO) per l’assistenza tecnica.

Con il patrocinio del Comune di Campagnola Emilia (RE)

 

   

Bernardo Pasquini

 Organ works

by  Davide Pozzi

 

 

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