Instrumental music


 

Musica Strumentale a Cremona  al tempo di 

  Stradivari

MVC/008-024 DDD 

prima registrazione mondiale
First recording 

 


- Andrea Rognoni- violino
play Hieronimus Amati  violin 1690
and
Stradivari 1725 "De Ville"
 


- Marco Frezzato  - violoncello
- Leonardo Morini  - clavicembalo
- DiegoCantalupi  - tiorba
- Marcello Villa  - violino
  

 

ensemble L’AURA SOAVE Cremona
   on original instruments -


 

Testi libretto  -  Booklet texts
/ English / Deutsch /  Français

 

 

Esecutori

Artists

 
Andrea Rognoni
 violino


Marco Frezzato   violoncello
Leonardo Morini   clavicembalo
 
Diego Cantalupi 
 tiorba  
Marcello Villa   violino  

 

membri de:

ensemble L’AURA SOAVE Cremona

 

 

 

 

Andrea Rognoni è nato a Cremona nel 1973, ha iniziato lo studio del violino all'età di otto anni, diplomandosi a pieni voti nel 1996 presso il conservatorio di Musica "G.Nicolini" di Piacenza, sotto la guida di Fabio Biondi.

Si è perfezionato in seguito con Giuliano Carmignola, Antony Flint, Pavel Vernikov e, per la musica da camera, con Alexander Lonquich. 

Al Concorso Internazionale di violino "Locatelli" tenutosi ad Amsterdam al celebre Koncertgebouw è risultato tra i cinque semifinalisti.

Collabora costantemente con l'Orchestra da camera di Mantova, l'Orchestra della Svizzera Italiana, l'Accademia Bizantina, i Barocchisti, Icarus Ensemble. Oltre al repertorio classico, romantico e contemporaneo, dedica un particolare interesse e studio alla musica antica suonata con strumenti originali ed alla riscoperta del repertorio inedito.

Insieme alla violinista Fiorenza de Donatis, al violista Stefano Marcocchi ed al violoncellista Marco Frezzato ha fondato Alea Ensemble, ensemble che affronta il repertorio sette-ottocentesco con strumenti originali. Il nucleo base è costituito da un quartetto d'archi al quale talvolta si aggiungono altri elementi a seconda delle esigenze di repertorio.

Dal 2001 è membro dell' Ensemble "Europa Galante" con il quale suona nei più importanti festivals internazionali e dove ricopre il ruolo di secondo violino principale.

Suona un violino di scuola italiana del XVII secolo.

 


 

 


 

Musica Strumentale a Cremona
al tempo di
Stradivari

di Marcello Villa

Antonio Stradivari è universalmente considerato il più grande liutaio di tutti i tempi.
I suoi strumenti, sopravvissuti fino ai giorni nostri sono circa 600, tra violini, viole e violoncelli. La maggior parte di essi sono tuttora suonati, ricercati e considerati come il "non plus ultra" dai più famosi ed acclamati solisti, nonché da collezionisti e perfino da gallerie e musei d'arte.
Ogni anno il loro valore viene aggiornato da qualche "battuta" d'asta, a Londra o a New York, raggiungendo cifre sempre più elevate.
A Cremona, città in cui Stradivari risiedette e operò per tutta la vita, fu organizzata nel 1987, il 250° anniversario della morte, una importantissima mostra con più di quaranta strumenti; fu un successo straordinario e fu visitata da decine di migliaia di persone. Una domanda sorge spontanea: perchè Stradivari è così importante e famoso? Sicuramente fu il liutaio che, pur inserendosi nel filone della già affermata scuola cremonese degli Amati e dei Guarneri, seppe unire la più grande perfezione ed eleganza nella lavorazione, ai migliori risultati acustici.
Lo strumento finito che usciva dalla sua bottega di piazza S. Domenico, era abbastanza diverso da quello che è usato comunemente, chiamato moderno. Differiva in alcuni importanti particolari come il manico, che era più corto, la corda vibrante di conseguenza più breve, la catena o barra all'interno della cassa, leggermente differente, il ponticello di diverso disegno e di minor altezza. Tutto ciò conferiva allo strumento di allora un particolare suono, pronto e vellutato, sicuramente seducente e di enorme fascino, ma senza la potenza e il vigore dello strumento moderno, concepito appositamente per farsi udire nei teatri e nelle sale da concerto. Ad eccezione di pochissimi superstiti, tutti gli strumenti del '600-'700, compresi quelli di Stradivari, furono adattati ai moderni criteri dal 1830 circa in poi, alterando così il concetto di perfezione acustica e di ideale sonoro tanto inseguito dal maestro. Questi capolavori, grazie alla loro sapiente costruzione eseguita e pensata da Stradivari per durare nel tempo, all'accuratezza e alla perizia dei restauratori che vi hanno messo mano, si sono dimostrati adattabili alle nuove esigenze acustiche, diventando autentici punti di riferimento per i musicisti e i liutai per circa due secoli.
La presente realizzazione discografica vuole fare luce sull'ambiente musicale cremonese tra il XVII e il XVIII secolo, concentrandosi sugli autori di musica per violino contemporanei al maestro; il tutto con criteri filologici, utilizzando strumenti originali e seguendo le modalità della prassi esecutiva barocca.
La lunghissima vita di Stradivari ( 1644 ca.- 1737 ) copre un periodo cruciale della storia della musica: esso va dalla seconda metà del seicento, momento del definitivo trionfo del violino come strumento principe della musica strumentale barocca, alla prima metà del settecento, periodo di transizione verso il classicismo musicale. Riteniamo quindi importante riscoprire questi musicisti poco conosciuti dal pubblico di oggi, ma nella Cremona di allora assai noti e stimati, protagonisti forse di concreti scambi di idee e consigli con i grandi liutai di allora. Come avviene ancor oggi nelle moderne botteghe di liuteria, lo scambio di idee e di consigli fra musicisti e liutai, è alla base della crescita professionale di entrambi.


Tarquinio Merula nacque a Busseto nel 1595 ma ebbe la propria formazione musicale a Cremona dove si trasferì giovanissimo: Nel 1624 si recò a Varsavia dove fu organista di chiesa e di Corte del re di Polonia e di Svezia. Tornò a Cremona nel 1628 ma nel 1632 ebbe l'incarico di Maestro di Cappella in S. Maria Maggiore a Bergamo, dove rimase fino al 1640. Nel 1646 si trasferì di nuovo a Cremona dove fu nominato Maestro di Cappella del Duomo, incarico che mantenne fino al 1665, anno della sua morte. Musicista molto stimato, fu attivissimo compositore di raccolte di madrigali, di brani per organo e di musica strumentale. Le sonate XIII e XVI recano curiosi titoli, "la Maruta" e "la Dada"; sono tratte dal Canzoni ovvero Sonate Concertate per Chiesa e Camera a Due et a Tre, Libro Terzo, Opera Duodecima, pubblicate a Venezia nel 1637. La loro estrosa scrittura richiede l'uso del violino e del violoncello concertati, impegnati in un alternarsi di temi e risposte in un serrato dialogo con frequenti cambi di ritmo.

I Balletti, Correnti, Gighe, e Sarabande à trè, due Violini ,e Violone" Libro Primo, Opera Seconda, di Carlo Piazzi si collocano nel filone della "Sonata a tre" già ben collaudato da diversi autori: il già citato Tarquinio Merula, Biagio Marini, Salomone Rossi, Giovanni Legrenzi e seguito poi da Arcangelo Corelli. E' impossibile tracciare una biografia di Carlo Piazzi, vista l'esiguità del materiale a disposizione; le uniche scarsissime fonti, si trovano nell'archivio della Fabbriceria del Duomo di Cremona. Da esse apprendiamo che fu soprano e poi contralto nella Cappella delle laudi nella Cattedrale di Cremona del 1657 e continuò il servizio fino al 1685. Dalle dediche delle sue opere a stampa, apprendiamo che Piazzi assunse il ruolo di Maestro di Cappella dal 1680 al 1681.


I Balletti hanno la medesima struttura in quattro movimenti bipartiti, un Preludio, una Corrente, una Gigha ed una Sarabanda.
I Preludi si rivelano assai piacevoli all'ascolto, per la bellezza della linea melodica dei violini a terze, con frequenti passaggi in ritmo puntato alternati a risposte ritmiche del Violone con momenti di serrato intreccio delle parti ad imitazione.
Le Correnti, sono ricche di effetti contrappuntistici ed il serrato botta e risposta tra gli strumenti, porta con grazia e naturalezza al ritmo saltellante delle Gighe che rendono piacevolissimo l'ascolto; il discorso musicale è reso vario ed interessante dall'intreccio delle parti, ove si alternano passaggi di terze e seste a briosi giochi imitativi.
Le Sarabande, concludono i Balletti, congedando l'ascoltatore in modo tranquillo, così come sono iniziati. Qui la cantabilità dei violini ha la sua migliore espressione, esaltata anche dalla semplicità della scrittura.

Gasparo Visconti nacque a Cremona nel 1683 da nobile famiglia. Allievo di Arcangelo Corelli, nel 1702 si recò a Londra dove si rese famoso come compositore e virtuoso di violino con lo pseudonimo di "Gasparino". Nel 1707 tornò a Cremona dove condusse una vita agiata e tranquilla, dedicandosi alla composizione e all'insegnamento. Ebbe come allievi Carlo Zuccari e, per un breve periodo, il famoso Giuseppe Tartini. Autore di Sonate e Concerti per violino alcuni dei quali giunti a noi manoscritti, morì a Cremona pare nel 1731.
Le sonate che presentiamo sono tratte dalle Sonate à Violino, è Violone, ò Cembalo, Op.1, pubblicate da Roger ad Amsterdam nel 1703.


La Sonata II è composta da tre movimenti, un Preludio (Largo) di stile corelliano dove la bellezza dell'invenzione melodica è sostenuta dalla linea di un Basso ben costruito. Segue una virtuosistica Allemanda ricca di passaggi veloci in trentaduesimi tutta in crescendo che si conclude su un accordo di settima di dominante; segue un breve ed intenso Adagio di collegamento che porta al brillante Allegro (Giga) che conclude il brano.
La Sonata VII, sembra quasi messa in appendice al tradizionale blocco unitario di sei. Reca la dicitura " à 3 con Ripieni quando suona il Secondo violino"; è realizzata quindi con altro violino che interviene, a volte in maniera contrappuntistica, ma più spesso a creare una sorta di "tutti" alla maniera del Concerto grosso. In questa Sonata vi sono alcune estrose cadenze del violino principale con la funzione di originalissimi ponti modulanti.

Andrea Zani nacque a Casalmaggiore nel 1686. Iniziò lo studio del violino e della composizione nella sua città e poi a Guastalla con C. Ricci. su invito di A. Caldara, allora Maestro di Cappella a Mantova si recò con lui a Vienna dove si fece onore come violinista, pur non ottenendo alcun incarico ufficiale. Nel 1733 lo ritroviamo nella nativa Casalmaggiore e poi, fino al 1757, anno della morte, attivo in altre città italiane come Bologna, Ferrara, Parma e Cremona. Qui fu invitato nel 1746 come membro della commissione che scelse Don G.A. Arrighi come nuovo Maestro di Cappella del Duomo. Autore di molte opere strumentali, presentiamo qui la Sonata I tratta dalle Sonate a Violino Solo e Basso da Camera. Op.3, pubblicate a Parigi da Le Clerc, in data imprecisata (1737- 1740). Essa è strutturata in quattro movimenti un Adagio melodico ed ornato da frequenti diminuzioni e abbellimenti scritti; l'Allegro che segue, mette in evidenza la bravura dell'esecutore con passaggi veloci di quartine e terzine e porta ad un Andante alla relativa minore ed al successivo brillante Allegro che chiude in bellezza il brano dove, ancora una volta, il violino sfoggia la sua bravura ed abilità .

Carlo Zuccari nacque a Casalmaggiore, in provincia di Cremona, il 10 novembre del 1704 e da giovanissimo intraprese lo studio del violino, presso un dilettante locale, il sacerdote Gaetano Guadagni che scoprì in lui un eccellente talento. Andò quindi per studiare a Parma , a Guastalla a Bologna, ma solo a Cremona trovò un vero grande punto di riferimento artistico: il violinista-compositore Gasparo Visconti del quale diventò discepolo prediletto.
Nel 1723, ormai sicuro delle sue capacità si recò a Vienna dove si fece apprezzare, per le sue doti di virtuoso, alla corte degli Asburgo per poi trasferirsi ad Olmuz ed in varie città tedesche. Tornò quindi a Cremona e poi di nuovo all'estero, Londra e Parigi dove fu molto apprezzato con lo pseudonimo di "Zuccherino". Nel 1736 fissò stabile dimora a Milano dove fu per un quarantennio protagonista di un'attivissima vita musicale, fu direttore dell'Accademia Filarmonica Milanese, dal 1748 fu membro dell'Orchestra Ducale e nel 1750 fu Primo Violino della famosa orchestra di G.B. Sammartini. A Milano, ebbe importanti contatti con uomini di cultura del tempo. Ebbe fra i suoi allievi di violino Pietro Verri.
Nel 1778 si ritirò dalla vita musicale del capoluogo lombardo e ritornò alla nativa Casalmaggiore dove morì il 3 maggio 1792.
Le Sonate VII e XII che presentiamo, sono tratte dalle Sonate a Violino, e Basso ò Cembalo, Opera Prima, pubblicate a Milano nel 1747.

Queste composizioni ebbero allora un notevole successo ma la loro difficoltà tecnica ed esecutiva, ne limitarono non poco la diffusione. Esse sono irte di diminuzioni e abbellimenti, voluti espressamente dall'autore, con soluzioni tecniche ardue e complicate. Nonostante la loro struttura barocca si possono notare in queste sonate le avvisaglie dello stile galante, sia nella scrittura violinistica che nel trattamento del Basso, armonicamente ricco, con pedali, ritardi, anticipazioni. Da rimarcare il Presto finale della Sonata XII, un "moto perpetuo" tutto in sedicesimi, fluido e bel costruito che chiude il brano e l'intera raccolta.


Per un ulteriore approfondimento di questi autori si rimanda alle pubblicazioni monografiche realizzate da MV Cremona.
 



Andrea Rognoni
 violino










 

Instrumental music of Cremona
in the time of
Stradivari

by  Marcello Villa

Antonio Stradivarius is universally acknowledged as being the greatest violin maker of all time. About 600 of his instruments have survived until the present day, among them violins, violas and cellos, most of which are still played, studied and regarded by the most famous and renowned soloists, collectors, art galleries and museums as the "non plus ultra". Each year their value is updated at an auction sale, in London or New York, where they reach higher and higher prices. In 1987, to mark the 250th anniversary of his death, an important exhibition of more than 40 instruments was organised in Cremona , the town where Stradivarius live and worked all his life. The exhibition was an extraordinary success and attracted tens of thousands of visitors. An obvious question arises: Why is Stradivarius so important and famous? He was surely the violin maker who, while being part of the tradition of the well established Cremona school of the Amatis and Guarneris , knew how to combine the greatest perfection and elegance in workmanship with the best acoustic results.

The finished instrument that emerged from his workshop in piazza S. Domenico was quite different from the modern instrument normally used nowadays. It differed in some important details, for example the neck, which was shorter and the bridge which was shorter and designed differently. All this gave the instrument of that time a particular quick and mellow sound, certainly seductive and very charming, but without the power and strength of the modern instrument, which is designed specifically to be heard in theatres and concert halls. With the exception of very few survivors, all the instruments of 1600-1700, including those by Stradivarius, were altered to suit modern demands from 1830 onwards, so changing the concept of acoustic perfection and ideal sound followed by the maestro. These masterpieces, however, thanks to the clever construction designed and executed by Stradivarius , so that they would last, as well as the accuracy and skill of the restorers who have dealt with them, have shown themselves to be adaptable to the new acoustic demands, becoming true points of reference for musicians and violin makers for around two centuries.

This recording hopes to shed light on the musical scene in Cremona in the XVII and XVIII centuries, concentrating on composers of violin music who were contemporaries of the maestro : using criteria from philology, original instruments and baroque techniques throughout.

The long life of Stradivarius (circa 1644 -1737) covers a truly crucial period in the history of music : it stretches from the second half of the 17th century , a moment of the definitive triumph of the violin as principal instrument of baroque instrumental music, to the first part of the 18th century, a period of transition towards musical classicism. We maintain that it is important, therefore, to rediscover these musicians who are little known to the public of today, but who were quite well known and respected in the Cremona of their day. They were perhaps great exchangers of concrete ideas and advice with the great violin makers of the time. As it happens today in modern violin making workshops, the exchange of ideas and advice between musicians and instrument makers is the basis for the professional growth of both.

Tarquinio Merula was born in Busseto in 1595 but his musical training was in Cremona where he moved when he was very young: In 1624 he moved to Warsaw where he was an organist in church and at the court of the King of Poland and Sweden. He returned to Cremona in 1628 but in 1632 he was given the job of Choir Master in S.Maria Maggiore in Bergamo, where he remained until 1640. In 1646 he moved to Cremona again where he was given the title of Cathedral Choir Master, a post he kept until 1665, the year of his death . A highly respected musician, he was a prolific writer of collections of madrigals, organ pieces and instrumental music. The XIII and XVI sonatas have curious titles, " la Maruta" and "la Dada", which come from Canzoni ovvero Sonate Concertate per Chiesa e Camera a Due et a Tre , Book three, Opus 12, published in Venice in 1637. The inspired pieces require the concerted use of violin and cello , working hard through changing themes and responses in an swift dialogue with frequent changes of rhythm.

The Balletti, Correnti , Gighe, è Sarabande à trè , due Violini e Violone, Libro Primo, Opera Seconda by Carlo Piazzi fit into the tradition of the "Sonata a tre" already tried and tested by other composers.: the already mentioned Tarquinio Merula, Biagio Marini, Salomone Rossi, Giovanni Legrenzi, followed by Arcangelo Corelli.

It is impossible to trace a biography of Carlo Piazzi, given the scarcity of material available; the only very few sources are located in the Fabbriceria del Duomo in Cremona. We learn from these that he was a soprano and later contralto in The choir of lauds in the Cathedral in Cremona in 1657 and continued his service until 1685. From the dedications on his printed works we learn that Piazzi took up the position of Choir Master from 1680 to 1681.
The Balletti have exactly the same structure in four split movements, A Preludio , a Corrente, a Gigha and a Sarabanda.
The Preludi are quite pleasing to the ear , for the beauty of the melody of the violins with frequent passages in a pointed rhythm alternating with rhythmic responses of the Violone.
The Correnti are rich with contrapuntal effects and the quick dialogue between the instruments leads with grace and naturalness to the jumping rhythm of the Gighe which are extremely pleasing to the ear; the musical conversation is made varied and interesting by the alternating of passages of thirds and sixths with lively jokes.
The Sarabande end the Balletti , leaving the listener in a peaceful way, as they began. Here the ability of the violins to sing is at its most expressive, also brought out by the simplicity of the writing.

Gasparo Visconti was born in Cremona in 1683 to nobility. A pupil of Arcangelo Corelli, in 1702 he moved to London where he became famous as a composer and violin virtuoso under the pseudonym of "Gasparino". In 1707 he returned to Cremona where he led a relaxed easy life, devoting himself to composition and teaching. He had as his pupil Carlo Zuccari and for a brief period, the famous Giuseppe Tartini . The author of Sonatas and Concertos for Violin, some of which are together with our manuscripts, he died in Cremona apparently in 1731.
The sonatas we present come from Sonate à Violino, è Violone ò Cembalo, Opera Prima, published by Roger of Amsterdam in 1703.

Sonata II is made up of three movements, a Preludio (Largo) in the style of Corelli, in which the beauty of melodic invention is supported by the well constructed Basso line. There follows a skilful Allemanda , which is full of quick passages in a crescendo which ends with a dominating seventh chord. A short intense Adagio follows leading on to the brilliant Allegro (Giga) which concludes the piece.
The Sonata VII seems to be almost an appendix to the traditional block of six. It is worded " à 3 con Ripieni quando suona il Secondo Violino" and is therefore performed with another violin which intervenes, sometimes in a contrapuntal way, but more often to create a sort of "tutti" in the manner of the Concerto grosso . In this Sonata there are some original cadenzas from the principal violin which work as very original modulating bridges.

Andrea Zani was born in Casalmaggiore in 1686. He began the study of the violin and composition in his town and then in Guastalla with C. Ricci. At the invitation of A Caldara, the then Choir Master at Mantua he moved with him to Vienna where he made his name as a violinist , though he held no official position. In 1733 we find him once again in his native Casalmaggiore and then , until 1757, the year of his death , he worked in other Italian cities such as Bologna, Ferrara , Parma and Cremona. He was invited to Cremona in 1746 as a member of the commision which selected Don G.A. Arrighi as the new Cathedral Choir Master. The writer of many instrumental pieces, we present here the Sonata I , taken from Sonate a Violino Solo e Basso da Camera, Opus 3 , published in Paris by Le Clerc, exact date unknown (1737-1740). This is made up of four movements, a melodic and ornate Adagio with frequent written diminishments and embellishments; the Allegro that follows it shows the talent of the performer with quick passages and leads on to an Andante and then to the brilliant Allegro which finishes the piece beautifully , where once again the violin shows off its skill and ability.

Carlo Zuccari was born in Casalmaggiore, in the province of Cremona on 10 November 1704 and took up the study of the violin from a very early age, with a local amateur, the priest Gaetano Guadagni who discovered in him an excellent talent. He therefore went to study in Parma , in Guastalla and Bologna but it was only in Cremona that he found a great artistic point of reference : the violinist/composer Gasparo Visconti , of whom he became a favourite disciple.
In 1723, by now sure of his ability, he moved to Vienna where he was admired for his talent as a virtuoso, to the court of the Hapsburgs and then to Olmuz and various other towns in Germany. He then returned to Cremona and from there went abroad again to London and Paris , where he was greatly admired under the pseudonym "Zuccherino". In 1736 he took permanent residence in Milan where for forty years he had a very active life in music. He was director of the Accademia Filarmonica Milanese , from 1748 he was a member of the Orchestra Ducale and in 1750 he was first violinist with the famous orchestra of G.B. Sammartini. In Milan he made important contacts with cultural men of the day. Among his violin pupils was Pietro Verri.
In 1778 he retired from his life in music in Milan and returned to his native Casalmggiore where he died on 3 May 1792.
The sonatas VII and XII we present come from Sonate a Violino, e Basso ò Cembalo, Opera Prima , published in Milan in 1747.

 

These compositions had at the time a certain degree of success but difficulty with both technique and performance limited their circulation somewhat. They are bristling with diminishments and embellishments , expressly requested by the composer with arduous and complicated technical solutions. Despite their baroque structure, the first signs of the gallant style can be noted, both in the writing for the violin and in the treatment of the Bass which is rich in harmony. The final fluid and well-constructed Presto of the Sonata XII, a "moto perpetuo" , concludes the piece and the entire collection.



 


 

 

 

 

S. Giorgio - Pizzo - Fontanelle (Parma)

Recording producer & edition: Syntagma

Microphones:Neumann U-47 e KM145.

 

 

 

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