Fingerboard  music

 



 

 

contenuto musicale - contents:

Alessandro Scarlatti
(1660-1725)
Toccata (Shedlock n. 27): Grave; Allegro; Presto

Francesco Gasparini
(1661-1727)
Sonata in la minore (dal “Fondo Giustiniani” della Biblioteca del Conservatorio di Venezia)

Antonio Vivaldi
 
(1678-1741)
Concerto in sol maggiore per violino e archi (op.VII, libro II, n.2), versione per cembalo di Johann Sebastian Bach (BWV 973): (Tempo I); Largo; Allegro

Georg Philipp Telemann (1681-1767)
Fantasia (dalla raccolta a stampa della Biblioteca Reale di Copenhagen; prima edizione: Fantasies pour le Clavessin, Amburgo, 1732-33; adattamento di P. B. da TWV 33/5, 26): Vivace; [Andantino]; Vivace

Johann Sebastian Bach (1685-1750)
5.meSuite pour le clavessin, BWV 816:

Allemande; Courante; Sarabande; Gavotte; Bourrée; Loure; Gigue

Benedetto Marcello
(1686-1739)
- Allegro in la minore dalla Suonata IV [op. 3]
- Allegro in do maggiore dalla Suonata III [op. 3]

Georg Friedrich Händel (1685-1759)
Adagio e Fuga in fa maggiore, dalla Suite per cembalo HWV 427

Baldassarre Galuppi
(1706-1785)
Sonata in re minore: Andantino; Presto

Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788)
Sonata in si bemolle maggiore, W.62/16: Allegro; Andante; Allegretto

Domenico Cimarosa
 
(1749-1801)
Sonata «per il Fortepiano» (dalla raccolta della Biblioteca del Conservatorio di Firenze): Allegro (C. 50); Larghetto (C. 55); Allegro (C. 48)

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) - [Paolo Bottini (1972-)]
Suite «nello stile di Händel», K.V. 399 (1782): Ouverture; [Allemande; Courante; Sarabande]

Gaetano Valeri
(1760-1822)
due Suonate per l’organo dall’op.1 (Venezia, 1785):
Allegro Brillante (II)
Allegretto grazioso (V)

 

 

 

"Galanterie"
...dell'arguto, del piacevole, dello scorrevole...

 

   MVC/010-030 DDD 

Organo Filippo Riatti 1832
della chiesa Parrocchiale di Paderna,
Vezzano sul Crostolo (RE)

 

Paolo Bottini   Organo

Paolo Bottini, musicista cremonese diplomato in organo pianoforte e clavicembalo, è il segretario nazionale della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (www.organisti.it) e organista supplente al prestigioso organo “Mascioni” (1984) della cattedrale di Cremona. Per i tipi del «Bollettino Storico Cremonese» nel settembre 2009 è apparsa la prima completa biografia dell'organista e maestro di cappella del duomo di Cremona Federico Caudana (1878-1963) compilata da Paolo Bottini sulla base dell'inedito epistolario intrattenuto dal musicista cremonese d'origini piemontesi con il fondatore della nota casa musicale “Edizioni Carrara” di Bergamo. Nel 2008 Paolo Bottini ha realizzato un compact disc per l'etichetta “Bongiovanni” con la prima registrazione integrale della “Messa Solenne in Fa maggiore per organo solo” di Vincenzo Antonio Petrali (1830-1889) incisa con l'organo “Lingiardi” (1865) della chiesa di Croce S. Spirito (PC) ove è organista titolare dal 1986. Dal 2004 Paolo Bottini svolge attività di critico musicale per conto del settimanale cremonese «La Vita Cattolica» e dal 2007 è organista e compositore dell'ensemble musico-teatrale “PerIncantamento” di Cremona.

 

 

Testi libretto  -  Booklet texts
Italiano   English

 

 

 

"Galanterie"
...dell'arguto, del piacevole, dello scorrevole..

di Paolo Bottini

«Esercizi per clavicembalo consistenti in Preludi, Allemande, Correnti, Sarabande, Gighe, Minuetti e altre Galanterie»: così Johann Sebastian Bach intitolava nel 1731 la sua raccolta di 6 Partite composte «per il diletto degli appassionati». Per un migliore inquadramento della parola «galante» nella storia della musica, potremmo rimandare subito all'ascolto del capolavoro di Jean Philippe Rameau Les Indes galantes, un'opera-balletto composta nel 1735 che può essere considerata il simbolo dell'epoca spensierata, raffinata nonché dedita ai piaceri e alla galanteria del re di Francia Luigi XV e della sua corte.

Venendo alla presente registrazione, si noti che alcuni degli autori qui presenti (Vivaldi, Scarlatti, Händel, Telemann, Marcello, Gasparini) sono stati scelti perché annoverati da Johann Mattheson (nel suo Das forschende Orchestre, 1721) come i più famosi e «galanti» compositori europei.

Benché il concetto di “stile galante” in musica si riferisca in particolar modo al rococò francese (lo si può accostare alla pittura aggraziata nonché sensuale di un Watteau, autore del dipinto qui riprodotto in copertina), in questa serie di pezzi ho voluto deliberatamente escludere la musica di autori francesi per attingere invece al repertorio italiano e tedesco, a dimostrazione come tutto ciò che era français all'epoca fosse alla moda anche in Italia e in Germania, soprattutto nella prima fase dello stile musicale «galante», ovvero nella prima metà del Settecento, viventi Telemann, Händel e Bach (proprio riguardo quest'ultimo, basti notare i frequenti gallicismi contenuti nel suo epistolario).

Le galanterie in musica esprimevano un'esplicita contrapposizione alla gravità dello stile ecclesiastico, che a sua volta doveva escludere qualsiasi sentore di profanità. Una musica “galante” rifugge quindi il contrappunto come simbolo di rigore e di anti-cantabilità (ma nell'estratto händeliano qui presente una ornatissima suadente melodia accompagnata è seguita invece da un elegante quanto cantabile fugato, stile che ritroviamo anche nell'Allegro di Scarlatti), per dare invece largo spazio ad un andamento edonistico, leggero, caratterizzato dall'utilizzo di accompagnamenti semplificati sotto melodie animate e sinuose.

Lo  stile galante predilige dunque la piacevole immediatezza delle linee semplici e scorrevoli (Fantasia di Telemann, Presto di Scarlatti) o, come dice il Quantz nel suo Versuch (1752), delle melodie carezzevoli (Andante di Em. Bach); ma non disdegna impreziosire di abbellimenti (proprio come su un tessuto si cuciono delle broderies; si ascolti ad esempio la Sarabande di Bach) e non manca di gesti scherzosi (terzo tempo di Cimarosa, Presto di Galuppi) o addirittura di scoppiettanti motti arguti come nel primo movimento di questa sonata di Carl Philipp Emanuel Bach, scelta fra le moltissime per clavicordo o clavicembalo del grande figlio di Sebastian, compositore che può essere assurto a vero simbolo dello stile galante in musica.

Sono i colleghi della sua generazione (Carl Philipp Emanuel nacque nel 1714), quali i Graun, Hasse, Marpurg e il citato Quantz, che rappresentano l'epoca del vero e proprio “stile galante”: in questo periodo «l'influenza francese è più controllata e si fa più piacevole mescolandosi [...] alla cantabilità italiana» (David A. Sheldon), come si può sentire qui nell'Andantino di Galuppi o anche nel più tardivo Larghetto di Cimarosa.

Ma in Italia il padre di ogni galanteria è forse Antonio Vivaldi, all'epoca tanto famoso in Europa che pure il giovane Sebastian Bach ne trascrive per cembalo e per organo alcuni concerti per violino nei quali il Prete Rosso di Venezia dispiega ugualmente la placida cantabilità ornata (il Largo qui presente potrebbe ricadere nella categoria di «canto fluente» indicata dal Kirnberger nella sua Die Kunst des reinen Satzes in der Musik, 1779) e la nervosa agitazione.

Ma vi è un italiano più anziano di Vivaldi che nel secolo XVIII era tanto famoso da essere citato, come abbiamo detto, dal Mattheson esplicitamente come «galante»: ascoltando la squisita Sonata di Francesco Gasparini, grazie allo sfizioso registro di Flutta del “Riatti” di Paderna, par di vedere la prefigurazione del noto dipinto di Adolf von Menzel in cui è ritratto Federico il Grande re di Prussia nella sua residenza estiva di Sanssouci mentre suona il flauto davanti ai suoi ospiti.

Oltr'alpe le galanterie musicali si sostanziano soprattutto nella suite strumentale fatta di tempi di danza stilizzati provenienti dalla grande lezione francese, come ben sentiamo nella quinta delle cosiddette «suites francesi», appunto, di Johann Sebastian Bach, in particolare nelle aggraziate movenze della Gavotte, o nella quasi furente animosità della Gigue ma anche nello scatto a perdifiato della Courante, oppure ancora nella garbata Allemande. E dal punto di vista della 'censura' ecclesiastica dell'epoca (ma anche odierna!) modo di far musica era giudicato troppo spiritoso, alquanto esuberante, addirittura piccante se non licenzioso e dunque totalmente bandito dal culto divino... ancorché ad un certo punto sembra che musica non proprio compunta iniziasse ugualmente a farsi spazio sull'altare «dove [il compositore] potrà introdurre Sarabande, Gighe, Correnti etc., quali chiamerà poi Fughe, Canoni, Contrapunti doppi etc.» (B. Marcello, Il teatro alla moda, Venezia 1720; pure qui presente con due deliziose Suonate). Lo stile galante in musica arriverà a costituire una salda base per lo stile classico viennese (Haydn e Mozart per citare i colossi, quantunque di quest'ultimo si ascolti qui una ouverture che certo non lo denota come ben lo conosciamo!), stile che avrà anche in Italia non poco efficaci, quanto non proprio famosi, rappresentanti e tra di essi il padovano Gaetano Valeri.

Per concludere questa modesta prefazione, credo che un florilegio di definizioni dell'aggettivo “galante” possa costituire utile proemio all'ascolto di queste argute piacevoli e scorrevoli [*] musiche (la maggior parte delle quali, si noti, non è stata concepita per l'organo bensì per il clavicembalo: e qui si dimostra la galante versatilità dell'organo “Riatti” di Paderna!).

Dunque, in generale “galante” sta per: bello, leggiadro, vago, vistoso; in particolare una persona è “galante” quando, nell'aspetto nei gesti e nei comportamenti dimostra grazia, delicatezza, gentilezza. Di un uomo o di una donna si dice che è “galante” quando veste con eleganza per lo più vistosa, con esagerata ricercatezza. Anche un indumento confezionato con grande eleganza, con rara perfezione o anche con raffinata eccentricità può definirsi “galante”. Addirittura, detto di membro del corpo, può significare “ben proporzionato”. Riferito invece ad un paesaggio, è sinonimo di “pittoresco”, ad un terreno, “fertile” oppure “coltivato con cura”. Riposate su un letto galante? Allora di certo sarete molto comodi! La vostra casa tutta è galante? Vuol dire che per voi è impagabilmente accogliente! E se a tavola giudicate un cibo gustoso, gradevole, squisito... dite allo chef che è veramente galantissimo! Se poi dopo il pasto vi dedicate ad un gioco galante, significa che lo trovate divertente, interessante. Il vero galant'uomo, poi, è colui che tratta abitualmente con le donne in modo complimentoso e cerimonioso, che cerca di piacere loro e di ottenerne i favori parlando, comportandosi, vestendo con raffinata ricercatezza. L'uomo galante, in verità, si prodiga nella ricerca di facili amori; pure la donna può essere galante se si mostra sensibile alle premure dei corteggiatori, anzi di essi la donna galante cerca di attirare l'attenzione e con facile compiacenza cede alle loro lusinghe... insomma la donna “leggera” è galante. Del resto “fare il galante” è sinonimo di corteggiare e pure “avere del galante” significa distinguersi per la finezza del tratto, per la ricercatezza del discorso, per l'eleganza nel vestire, per lo spirito d'intraprendenza e il successo nei rapporti amorosi.

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[*] queste qualità, che danno il sottotitolo a questa registrazione, doveva possedere lo stile galante in musica secondo il teorico Johann Adolf Scheibe (noto più che altro per l'attacco allo stile ampolloso e poco naturale del grande Bach: attacco crudele e ingiustificato nel caso egli conoscesse le galantissime succitate Partite di Bach o anche solo la Suite pour le clavessin qui contenuta)

 

L’organo Filippo Riatti 1832 della parrocchiale di Paderna  

di Federico Lorenzani

L’organo della parrocchiale di Paderna pur essendo stato costruito nel 1832 è giunto nell’attuale definitiva collocazione solo nel 1875.

Infatti il ritrovamento dei documenti archivistici ha potuto appurare che l’organo fu costruito per l’arcipretale di Albinea e solo più tardi è stato venduto per essere traslocato a Paderna.

Recenti indagini sul manufatto sonoro metterebbero in dubbio però la paternità dell’organo ai F.lli Riatti; pare che il loro intervento sia consistito in un assemblaggio di materiali più antichi. Infatti gli organari reggiani Riatti nel corso della loro attività hanno più volte collocato strumenti costruiti da parti antiche di varia provenienza. Questo dubbio trova conferma dall’analisi dell’organo; la fattura del somiere maestro e di basseria di Paderna riconducono alla bottega degli organari Cavalletti, artigiani attivi in territorio reggiano già dal secolo precedente. Di più, analizzando lo strumento si può dedurre che i Riatti non apportarono la loro firma all’interno della secreta del somiere maestro bensì nella piccola del somiere ausiliario posto sopra la tastiera. Questo somierino ha una fattura diversa dagli altri e dovrebbe essere stato introdotto dai Riatti per aumentare il numero dei registri dello strumento.

Non è pertanto da escludere che il somiere maestro provenga da un’altra chiesa e che i Riatti lo abbiamo completato con materiale fonico di recupero ampliandolo e rendendolo confacente allo stile musicale dell’epoca.

 

Bibliografia: L’organo e le campane della chiesa di Paderna, a cura di Sauro Rodolfi, Vezzano sul Crostolo, 1999

 

Scheda tecnica

Paderna (Comune di Vezzano sul Crostolo, Provincia di Reggio Emilia, Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, Parrocchia di Paderna)

Chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo

Organo Filippo Riatti (1832)

 

Disposizione fonica

(registri su colonna a destra della tastiera)

Principale 8’ b.

Principale 8’ s.

Ottava 4’

Quintadecima                  

Decimanona                     

Vigesimaseconda                            

Vigesimasesta                  

Flauto in quintadecima

Flutta s.

Flauto in duodecima

Fagotto b.

(registri su colonna a sinistra della tastiera)

Cornetta s.

Cornamusa s.

Contrabbassi

Accessori: Rollante, 2 pedaloni per inserimento e disinserimento del Ripieno

Pressione: 44 mm / H2o, Corista: 452 Hz / 20°C

Temperamento: 1/5 di comma

 

L’organo, racchiuso in una cassa in legno, è collocato sul palco esistente sopra l’ingresso principale della chiesa.

Cantoria in legno dipinto costruita da Angelo Canossini nel 1875, occupante tutta la controfacciata della chiesa e sorretta da 4 grandi mensole, parapetto di profilo lineare, a sbalzo nella parte centrale, con 5 specchiature suddivise da 4 lesene.

Facciata di 17 canne del Principale bassi di 8’, dal Mi2. Una campata a cuspide con ali laterali, ordine unico, profilo piatto. Bocche allineate, con labbro superiore a mitria.

Una tastiera a finestra, meccanica sospesa, con 50 tasti dal Do1 al Fa5, prima ottava corta; tasti diatonici ricoperti in legno di bosso e i cromatici in legno di noce dipinto. Divisione bassi-soprani tra Mi3 e Fa3.

Pedaliera a leggìo, costantemente unita al manuale, di 13 pedali, dal Do1 al Mi2; prima ottava corta, 12 note reali. Ultimo pedale aziona Rollante.

Registri azionati da pomoli in legno su due colonne a destra e sinistra della tastiera. Cartellini a stampa applicati durante il restauro del 1997-98.

Somiere maestro attribuibile ai Cavalletti di 10 stecche più 1 intero aggiunto in fondo e piccolo somiere ausiliaro di fattura Riatti posto sopra la tastiera per registri di Cornetta s. e Cornamusa s.ale per Contrabbassi. Materiale fonico di fattura eterogena: Traeri (sec. XVIII-XIX), Scuola gardesana – veneta (sec. XVIII) Riatti (1832).

Un crivello, in legno foderato superiormente in carta. Bocche delle canne del somiere maestro soprastanti. Nr. 1 mantici a cuneo con due pompe.

Restauro a cura della Casa d’organi Daniele Giani di Corte de’ Frati (CR) nel 1997-1998.

 

 

 

 

 

 

 

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