contenuto musicale - contents:

MICHEL FARINEL
La Folia
The Division Violin,
London 1684

THOMAS BALTZAR
A Prelude for the Violin by Sen'r Balshar a Germaine

The Division Violin,
 London 1684

GASPAR SANZ
Canario
Instrucción de Música sobre la guitarra española,
 Zaragoza, 1674

NICOLA MATTEIS
Diverse Bizzarrie sopra la vecchia Sarabanda o pur Ciaccona

Ayrs for the Violin, The First Part, [Londra?] 1676
 Passaggio rotto | Andamento veloce Other Ayrs for the Violin, The Second Part, [Londra?] 1676

 GASPAR SANZ
Preludio o capricho arpeado por la +
Instrucción de Música sobre la guitarra española, Zaragoza, 1674

NICOLA MATTEIS
Un poco di maniera Italiana
Aria Ridicola
Ayrs for the Violin, The First Part, [Londra?] 1676

GASPARO VISCONTI
Prelude by Sign’r Gasperini
Select Preludes or Volentarys for the Violin, London 1705

LELIO COLISTA
 
Passacaille dite Mariona
Recueil des pieces de guitare composées par Mr François Le Cocq, Gand, 1730

THOMAS BALTZAR
 
Sen’r Balshar’s Division on John come kiss me now
The Division Violin, London 1684

CARLO AMBROGIO LONATI
Carlo Ambrogio Lonati, Prelude by Sign’r Ambrogio Lonati
Select Preludes or Volentarys for the Violin, London 1705

GASPAR SANZ
 
Maricapalos
Libro segundo, de cifras sobre la guitarra española Zaragoza, 1675

 ANONIMO
The Duke of Norfolk or Paul’s Steeple. A Division to a Ground
The Division Violin, London 1684

GIOVANNI BONONCINI
 
Prelude by Sign’r Bononcini
Select Preludes or Volentarys for the Violin, London 1705

 SANTIAGO DE MURCIA
Grabe
Saldívar Codex n. 4, 1732

ARCANGELO CORELLI
Prelude by Arcangelo Corelli 0
Select Preludes or Volentarys for the Violin, London 1705

SANTIAGO DE MURCIA
Preludio Grave
Giga
(da Arcangelo Corelli, Sonata op. V n. 3) Saldívar Codex n. 4, 1732

ARCANGELO CORELLI
 
Sonata op. V n.10
Sonate a violino e violone o cimbalo, opera quinta, Roma 1700
Preludio. Adagio
 (ornamenti: Manchester Public Library, Ms. 130)
Allamanda. Allegro
(ornamenti di Mattewh Dubourg)
Sarabanda. Largo
 (ornamenti di William McGibbon) Gavotta. Allegro, e quattro variazioni (ornamenti di Charles McLean)
Giga. Allegro
(ornamenti di Johan Helmich Roman)
 

"STRAVAGANZE BAROCCHE"

ANTONIO STRADIVARI 1679
 violino HELLIER - chitarra SABIONARI

 

   MVC/020-55 DDD 
 

Federico Gugliemo
violino Antonio Stradivari "Hellier" 1679

Diego Cantalupi  
chitarra Antonio Stradivari "Sabionari" 1679

 

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Testi libretto  -  Booklet texts
Italiano   English

 

 

 

 

Esecutori

Artists

Federico Gugliemo

Definito dal Boston Globe “la nuova stella nel panorama della musica antica”, è riconosciuto per le sue esecuzioni di Antonio Vivaldi e Giuseppe Tartini dei quali ha registrato rispettivamente tutte le opere a stampa e l'integrale dei concerti per violino e orchestra.  Il suo repertorio violinistico - eseguito principalmente su strumenti storici - spazia da Biagio Marini a Felix Mendelssohn; come violinista e direttore riserva una particolare attenzione anche al recupero di opere meno conosciute del periodo classico-romantico e a composizioni del XX secolo in stile neobarocco e neoclassico.
Nato a Padova nel 1968 Federico Guglielmo ha iniziato lo studio del violino sotto la guida del padre diplomandosi, diciottenne, al Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia.
Come solista (violino barocco/classico) e direttore fa concerti in tutto il mondo. La storica The Academy of Ancient Music (Londra), la Händel & Haydn Society (Boston), Australian Brandenburg Orchestra (Sydney) sono solo alcune delle orchestre che lo hanno ospitato.

 

Described by the Boston Globe as “the new star of the ancient music landscape”, Guglielmo is renowned for his performances of music by Antonio Vivaldi and Giuseppe Tartini; he has recorded all of Vivaldi’s printed works and the full series of Tartini’s concertos for violin and orchestra. His violin repertoire, played predominantly on historic instruments, ranges from Biagio Marini to Felix Mendelssohn. As a violinist and conductor he also likes to focus on lesser-known works from the Classical and Romantic periods and twentieth-century compositions in a neo-Baroque or neoclas­sical style. Born in Padua in 1968, Federico Guglielmo began studying the violin under the guiding hand of his father, and graduated from the Conservatorio di Musica Benedetto Marcello in Venice at the age of 18. He performs concerts all over the world both as a soloist (Baroque/Classical violin) and as a conductor. He has played, amongst others, with the historic Academy of Ancient Music (London), the Handel & Haydn Society (Boston) and the Australian Brandenburg Orchestra (Sydney).

 


 

Diego Cantalupi

Nato a Milano nel 1968, ha studiato chitarra con Mauro Storti; il suo interesse per la musica rinascimentale, barocca e preromantica l’ha portato ad approfondire la prassi musicale antica, con Paul Beier (Civica Scuola di Musica di Milano) e Andrea Damiani (Conservatorio di Parma). Contemporaneamente si è laureato in Musicologia presso la Scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona - Università di Pavia. Il suo repertorio spazia dalla musica del Cinquecento fino a quella contemporanea, dal liuto, arciliuto, tiorba alla chitarra barocca e romantica. Collabora con i più importanti ensemble di musica antica italiani ed europei, come solista e continuista, esibendosi nelle sale più importanti in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti. Ha registrato numerosi cd, come solista, come direttore dell’Ensemble L'Aura Soave da lui fondato, e come continuista. È docente di liuto presso il conservatorio di Bari.

 

Born in Milan in 1968, Cantalupi studied guitar with Mauro Storti; his interest in Renaissance, Baroque and pre-Romantic music led him to study ancient performance technique, with Paul Beier (Civica Scuola di Musica, Milan) and Andrea Damiani (Conservatorio di Parma). At the same time he graduated in musicology at the School of Palaeography and Musical Philology in Cremona, part of the University of Pavia. His repertoire ranges from sixteenth-century music through to contem­porary works, on instruments including the lute, archlute and theorbo and the Baroque and Romantic guitar. He has worked with the most important Italian and European ancient music ensembles as a soloist and continuo player, performing in top concert halls in Europe, Japan and the United States. He has recorded numerous CDs as a soloist, as conductor of the Ensemble ‘L’Aura Soave’, which he founded, and as a continuo player. He teaches lute at the Conservatorio di Musica in Bari.

 


 

 


 

 

 

 

 

 

 

 



Cremona 1679.

Antonio Stradivari ha compiuto da tempo il trentesimo anno, e nonostante la giovane età, è senza alcun dubbio un liutaio affermato fra gli eccellenti artigiani cremonesi. Vive con la prima moglie Fran­cesca Ferraboschi sulla strada Magistra nella parrocchia di Sant’Agata. L’anno successivo compie il grande passo a conferma del suo successo e dell’agiata condizione della famiglia: acquista la casa con bottega di fronte alla chiesa di San Domenico, trovandosi così a lavorare nell’isolato che è il cuore dell’attività creativa dei liutai della città. Costruiti nello stesso anno, il violino Hellier e la chitarra Sabionari testimoniano le grandi capacità tecniche, e la maturità stilistica di Stradivari.

Di grandi proporzioni e dallo stile vigoroso l’Hellier deve il suo appellativo al suo primo fortunato pro­prietario: un ricco signore di origini anglosassoni che si ipotizza abbia acquistato il violino direttamente da Stradivari. Decorato con la tecnica dell’intarsio cieco, con riempimento a stucco di pasta di legno e colla, l’ornato della testa e delle fasce dello strumento è caratterizzato da disegni fitomorfici con fiori, boccioli e animali. L’elegante abbellimento presente sulla tavola e sul fondo è realizzato intarsiando una doppia filettatura all’interno della quale sono inseriti piccolissimi rombi e cerchi in avorio o osso, bloccati in una pasta di colla e legno.

La Sabionari è una delle cinque chitarre barocche di Antonio Stradivari ad essere sopravvissute fino ai giorni nostri. Fu costruita nel 1679 con la stessa forma utilizzata successivamente nel 1681 per la chitarra Giustiniani e nel 1688 per la chitarra Hill. Lo strumento, secondo alcune fonti, fu acquistato da Giovanni Sabionari di Ferrara dai discendenti della famiglia Stradivari alla fine del 1700. All'inizio del XIX secolo, come avvenne per molte chitarre barocche, fu trasformata a sei corde singole dal liutaio Giuseppe Marconcini.
Nel 2011, la chitarra è stata restituita alla sua originale configurazione barocca a 5 ordini sostituendo le parti realizzate da Marconcini.

Fausto Cacciatori

Conservatore delle Collezioni MdV

 

Stravaganze barocche

di Diego Cantalupi

La fama che raggiunse Arcangelo Corelli (Fusignano, 17 febbraio 1653 – Roma, 8 gennaio 1713) già durante la sua vita, dovuta al valore della sua opera e al suo virtuosismo, fu tale che numerosi teorici del XVII secolo indicarono il compositore di Fusignano come esempio di perfezione; è il caso di Angelo Berardi, il quale, nel 1689, si esprime in questi termini: “I concerti di violino che oggi sono in pregio e stima, sono del Sig. Arcangelo Corelli Violinista celebre, detto il Bolognese, nuovo Orfeo de’ nostri giorni”.
Già nel suo tempo – cosa assai rara – Corelli aveva il privilegio di poter essere annoverato tra i ‘classici’: Giuseppe Ottavio Pitoni, famoso teorico romano del contrappunto, lo assume in più di un’occasione come modello straordinario e stravagante, definendolo un ‘classico moderno’.
Non molto diversa appariva la situazione dall’altra parte della Manica: ogni gentleman inglese del secolo XVIII che avesse voluto dimostrare il suo impeccabile buon gusto in campo musicale avrebbe citato l’opera del celebre violinista italiano, eccelso per concezione compositiva e formale. Il culto di Corelli che si era diffuso in Inghilterra rapidamente, grazie soprattutto all’opera di alcuni allievi italiani, tra i quali il cremonese Gasparo Visconti (che ne curò le edizioni a stampa), contribuì ad imporre anche al di fuori dei confini nazionali un determinato stile musicale come un classico, per equilibrio e perfezione formale. In Inghilterra, d’altra parte, il campo era fertile: il chitarrista e violinista napoletano Nicola Matteis era approdato a Londra verso gli anni 70 del Seicento, lasciando “come gradita eredità alla nazione inglese, un generale favore per il gusto Italiano dell’armonia, e nessuno in città aveva un condimento senza una spezia italiana. E i maestri qui cominciarono a imitarlo”. Le radici della musica di Matteis affondavano nel repertorio popolare, e le sue stampe erano dedicate a professionisti ma anche ad amatori di alto livello. Era possibile trovare i libri di Matteis, impressi in formato tascabile, con grande facilità, affiancati da altri volumi della medesima tipologia, tra tra i quali il celebre “The division violin”, contenete numerose variazioni su melodie celebri.
I motivi per una visita ‘di studio’ a Roma verso la fine del Seicento erano molteplici: l’altissimo livello musicale, un’attività concertistica frenetica, e la presenza di importanti maestri. Da questo punto di vista la figura pressoché sconosciuta di Lelio Colista è emblematica: definito “vero Orfeo di Roma”, fu insegnante di Corelli e influenzò lo stile dell’inglese Henry Purcell.
Lelio Colista era virtuoso di tiorba e chitarra, ed in questo dettaglio affatto secondario potrebbe es­sere racchiuso il vero motivo del soggiorno romano di Gaspar Sanz. Sacerdote, organista e virtuoso di chitarra, deve la sua fama a un metodo in tre volumi per la chitarra, contenente alcuni brani resi particolarmente celebri dal riutilizzo fatto dal compositore Joaquín Rodrigo nella “Fantasía para un gentilhombre” commissionatagli da Andrés Segovia. Probabilmente fu proprio Gaspar Sanz a esportare in Spagna il gusto per lo stile di Corelli, che cer­tamente ebbe modo di conoscere a Roma. Infatti alcuni movimenti delle sonate op. V del violinista di Fusignano compaiono nella raccolta “Pasacalles y obras de guitarra” di Santiago de Murcia, chitarrista spagnolo, maestro di Maria Luisa di Savoia, moglie di Filippo V di Borbone, re di Spagna.
«Quantunque dopo Corelli lo stile della musica sia molto cambiato e si siano fatti molti progressi nella ricerca dell’armonia, si trova tuttavia nei compositori moderni il fondamento delle idee di Corelli, da cui essi hanno saputo mirabilmente trarre profitto studiando l’opera III e l’op. V».  Con queste parole il compositore inglese Charles Avison definirà la musica di Corelli, autore che aveva conosciuto solo per aver studiato con un suo allievo, Francesco Geminiani, a Londra e che per molti anni a venire rappresenterà un punto saldo nella creazione di un vero stile musicale italiano.

 

 

Registrato nell' Auditorium Giovanni Arvedi

Museo del Violino di Cremona

novembre 2019

 

 

 

 

Cremona 1679.

Antonio Stradivari was in his thirties and, despite his young age, was undoubtedly a renowned maker among the excellent Cremonese craftsmen. He lived with his first wife Francesca Ferraboschi in strada Magistra, in the parish of Sant’Agata. The following year he took an important step as con­firmation of his success and wealth: he bought a house with workshop opposite the church of San Domenico, in the quarter that was the heart of the creative activity of the city’s violin makers.  Made in the same year, the Hellier violin and the Sabionari guitar reveal Stradivari’s great technical skills and artistic maturity.

The Hellier, a violin of large size and vigorous style, was named after its first, lucky owner, a rich gentleman of British origin who presumedly bought the violin directly from Stradivari. The decoration of the ribs and scroll, made with the technique of inlay filled with mastic of wood paste and glue, is characterized by a phytomorphic design of flowers and buds with animals. The elegant ornamentation on the top and back plates consists of a double inlayed purfling enclosing small ivory or bone lozenges and roundels fixed with mastic of wood and glue.

The Sabionari is one of the five Baroque guitars made by Antonio Stradivari that have survived to date. It was made in 1679 based on the same mould used in 1681 for the Giustiniani guitar and in 1688 for the Hill guitar. According to some sources, the instrument was sold by Stradivari’s descendants to Giovanni Sabionari from Ferrara at the end of the eighteenth century. In the early nineteenth century, it was modified to become a six-string guitar, as it happened to many Baroque guitars, by the maker Giuseppe Marconcini.
In 2011, the guitar was restored to its original Baroque configuration with five double strings after the replacement of the parts made by Marconcini.

Fausto Cacciatori

Curator of MdV’s Collection

 

 

Baroque extravagances

by Diego Cantalupi

The celebrity that Arcangelo Corelli (Fusignano, 17 February 1653 – Roma, 8 January 1713) gained during his life for the value of his work and his virtuosity was such that many seventeenth-century music theorists considered him as an example of perfection. One of them, Angelo Berardi, in 1689 expressed that “The concerts for violin that are most appreciated and valued today are those by Mr. Arcangelo Corelli, famous violinist, known as Il Bolognese, new Orpheus of our time”. Corelli had the rare privilege of being counted, already during his lifetime, among the ‘classics’: Giuseppe Ottavio Pitoni, a famous counterpoint expert from Rome, considered him as an extraor­dinary and extravagant model and defined him a ‘modern classic’.

The situation was not so different beyond the Channel: any eighteenth-century English gentleman who wanted to show his excellent musical taste would mention the work of the renowned Italian violinist, a sublime example as to composition and formal conception.  The cult of Corelli that had rapidly spread in England - mainly thanks to the work of some of his Italian pupils including the Cremonese Gasparo Visconti (who curated Corelli’s printed works) - contributed to establish a musical style as a classic for its balance and formal perfection.
On the other hand, England was fertile ground: the Neapolitan guitarist and violinist Nicola Matteis had arrived in London around the 1650s, leaving “as a welcome legacy to the English nation a general appreciation for the Italian taste for harmony, and no one in town had condiments without Italian spices. And local maestros began to imitate him”. Matteis’s music is rooted in folk repertoire and his publications were intended for professional mu­sicians as well as high-level amateurs. Matteis’s works were easily found in pocket edition as it was the case for other books of the same kind including the well-known “The division violin” which contained variations on famous melodies.
In the late seventeenth-century, there were many reasons for taking a ‘study trip‘ to Rome: the ex­cellent musical level, a busy concert activity and the presence of important musicians. The barely known figure of Lelio Colista is a case in point: defined as “Rome’s true Orpheus”, he was a teacher of Corelli and had an influence on the style of the English composer Henry Purcell.
Lelio Colista was a theorbo and guitar virtuoso and in this not irrelevant detail may lie the true reason for Gaspar Sanz’s stay in Rome. A clergyman as well as an organist and a skilled guitarist, he owed his fame to a three-volume method for guitar which included a few pieces that were later brought to celebrity in the reworking by the composer Joaquín Rodrigo in his “Fantasía para un gentilhombre” commissioned by Andrés Segovia.  It was probably Gaspar Sanz who exported in Spain the taste for the style of Corelli whom he cer­tainly met in Rome. Some movements from Sonatas op. 5 by the composer from Fusignano appear, in fact, in the collection “Pasacalles y obras de guitarra” by Santiago de Murcia, a Spanish guitarist who was teacher of Maria Luisa of Savoy, wife of Philip V of Bourbon.
«Although after Corelli the style of music has much changed and many advancements have been made in the research on harmony, the core of his ideas is still found in the work of modern com­posers who were able to profit marvellously from the study of his op. 3 and 5». The English composer Charles Avison thus defined the music of Corelli, an author he was familiar with only due to his studies in London with one of his pupils, Francesco Geminiani, and who for many years to come would remain a strong reference point in the creation of a true musical style in Italy.

 

 

 

Recorded in Auditorium Giovanni Arvedi

Museo del Violino di Cremona

November 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

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