Fingerboard  music

 



 

 

contenuto musicale - contents:

Antonio Vivaldi
 
(1678-1741)
Concerto in sol maggiore (op.IV, n.6), trascrizione di Johann Sebastian Bach (BWV 975): Allegro, Largo, Giga

Alessandro Marcello
(1669 - 1747)
Concerto in re minore (trascrizione di J.S. Bach BWV 974)
Moderato, Adagio, Presto


Antonio Vivaldi
Concerto in sol maggiore Op 7 n. 2 (trascrizione  di J.S. Bach BWV 973)
Allegro, Largo, Allegro


Baldassarre Galuppi detto il Buranello
 (1706 - 1785)
Sonata in do minore
Adagio, Allegro
Sonata in re minore
Andantino, Presto



Andrea Lucchesi
 (1741 - 1801)
Sonata in fa maggiore
Grave
Sonata in do maggiore
Allegro Assai


Gaetano Valerj
 (1760 - 1822)
Versetto in re minore
 Largo
Sonata Op. 1 n. 2 in sol maggiore Allegro Brillante

 

 

 

"Sonate & Concerti"
La musica della Serenissima nel '700

 

   MVC/010-029 DDD 

Organo Luigi Montesanti 1813
della chiesa di S. Tommaso
Acquanegra sul Chiese (MN)

Andrea Chezzi  Organo

Andrea Chezzi, nato a Colorno (PR), si è diplomato in Organo e Composizione Organistica, Clavicembalo, e Composizione al Conservatorio A. Boito di Parma, quindi si è perfezionato in clavicembalo ad Amsterdam sotto la guida di Bob van Asperen. Si è laureato in Lettere moderne all’Università di Parma con il massimo dei voti e la lode discutendo una tesi sulla vita musicale alla corte parmense del duca Ferdinando di Borbone.

Ha seguito corsi di prassi esecutiva della musica antica con L. F. Tagliavini, W. van de Pol, Ch. Stembridge, G. Murray, A. Marcon, con Ch. Rousset all’Accademia Chigiana di Siena.

Ha tenuto concerti a Parma, Reggio Emilia, Milano, Pavia, Trento, Brescia, Ascoli Piceno, Genova, San Benedetto Po, Goito, Casalmaggiore, Gualtieri, Brescello, Colorno, Sorbolo, Mezzani, Sala Baganza, Langhirano, Bagnolo in Piano, Campagnola, Carpineti, Viadana, Toano, Brescello, Asola, ecc…, sia come solista che in formazioni cameristiche vocali e strumentali come Gli orfei Farnesiani, l’Ensemble Guidantus, Il Continuo, I Musici di Parma, ecc… Ha partecipato a importanti rassegne concertistiche quali Soli deo gloria (RE), Musica intorno al Fiume (RE), Festival Ferdinandeo (PR), Al chiaro di Luna (RE), Armonie tra Musica e Architettura (MO), Musicomania (TN), Organi storici mantovani (MN), Le voci della città (MI), I concerti di san Torpete (GE),  ecc…

È organista titolare presso Mezzano Rondani (Colorno - PR) sullo storico organo Domenico Traeri (1734) recentemente restaurato, sul quale ha inciso un CD, è Direttore Artistico della Associazione Culturale La Compagnia del Lorno con sede a Colorno, e socio fondatore dell’Associazione Culturale Giuseppe Serassi per la valorizzazione degli organi e degli strumenti antichi.

 

 

 

Testi libretto 
Italiano  

 

 

 

Sonate & concerti

La musica della Serenissima nel Settecento

di Andrea Chezzi

Venezia all’inizio del Settecento rappresentava una delle capitali della musica europea. La Serenissima eccelleva in tutti i generi della produzione musicale ricevuti in eredità dal passato, fossero essi destinati al palcoscenico, alla chiesa o alla camera. Un patriziato ancora ricco alimentava il consumo musicale sia nei teatri che nei salotti dell’alta società; inoltre la nobiltà veneta, destinando al clero parte dei propri figli, forniva risorse e nuove leve a una Chiesa ancora importante committente di arte e musica, come nel caso dei celeberrimi pii ospitali femminili.

La musica di autori veneti circolava numerosa al di fuori dei confini della Serenissima, soprattutto grazie a una serie di edizioni di musica strumentale pubblicate ad Amsterdam e in seguito ristampate in tutta Europa. I concerti di Vivaldi per violino e archi erano talmente alla moda che ne vennero fatte diverse trascrizioni per strumento a tastiera, e in questo contesto si inquadrano i concerti che Bach trascrisse nel 1713, quando ricopriva il ruolo di organista e maestro di concerto presso la corte ducale a Weimar. Il grande compositore tedesco non si limitò tuttavia a una pedissequa trasposizione sul nuovo strumento, ma agì direttamente sulla scrittura musicale aggiungendo e adattando il materiale di Vivaldi alle proprie esigenze espressive, dando così vita a composizioni originali che si discostano dal modello veneziano.

Alessandro Marcello apparteneva a quel patriziato veneto che non si limitava alla fruizione musicale passiva, ma costituiva un mondo di “amatori” di musica, che presentava al suo interno picchi di eccellenza. Egli, pur mantenendosi per motivi di decoro sociale tra i “dilettanti”, si cimentò nella poesia, nella matematica e nella musica, ed era a tutti gli effetti un compositore, tanto che la sua musica venne stampata anche all’estero. Alcune composizioni di Marcello raggiunsero fama europea, meritando, nel caso di questo concerto per oboe, di essere trascritte - sempre nel 1713 - da un compositore della levatura di Bach.

Nella seconda metà Settecento alla perdita di importanza politica di Venezia, si affiancò, forse non immediatamente percepito, il declino dorato della produzione musicale. Le sonate qui proposte di Galuppi, Lucchesi e Valeri ne sono esempi eloquenti. Questi compositori godettero in vita di notevole fama, e le loro sonate presentano indubbie capacità tecniche ed espressive, ma confrontandole con le contemporanee esperienze musicali che andavano maturando oltralpe, emerge come rimangano legate allo stile galante, portandolo progressivamente alle soglie di un manierismo musicale d’alto livello, ma sostanzialmente impermeabile al classicismo che si era sviluppato nella pur vicina Vienna.

La scelta di eseguire questo repertorio sull’organo di Acquanegra sul Chiese è stata dettata dalle caratteristiche dello strumento, che con l’importante nucleo di canne Benedetti, e con la stessa disposizione fonica, appare più volgersi indietro verso il Settecento e le sonorità dell’organaria veneta, che non guardare avanti nel secolo successivo. I concerti e le sonate, con l’alternanza degli affetti unitamente alla freschezza dell’invenzione musicale, hanno dato modo di illustrare la dolcezza dei principali, la purezza del ripieno, e le sonorità caratteristiche dei registri da concerto, colti sia nella loro specificità, che nelle possibili combinazioni e dialoghi. La brillante tecnica settecentesca ha valorizzato appieno la prontezza nella risposta della meccanica di uno strumento così concepito. In tal modo, pur rimanendo Acquanegra al di fuori della terra veneta, la vicinanza con la Repubblica di San Marco, che per oltre trecento anni è arrivata a comprendere Crema e il Cremasco, non ha mancato di lasciare anche qui indelebili le sue tracce.

 

Produttore: Ass. Culturale “G. Serassi” – Marcello Villa

Recording, editing & mastering: Diego Cantalupi

Microfoni Schoeps MK-2s;

Preamplificatore microfonico: Millenia Media HV-3;

Convertitore A/D: Prism Sound Dream A/D-2; Cavi: Klotz Starquad

Registrazione effettuata il 18 giugno 2009.

Si ringraziano: Parrocchia di Acquanegra sul Chiese, Don Luigi Trivini, Silvio Micheli per l’assistenza tecnica.

Con il patrocinio della Provincia di Mantova e del Comune di Acquanegra sul Chiese

L’organo Luigi Montesanti 1813 della chiesa di San Tommaso in Acquanegra sul Chiese (MN)

di Federico Lorenzani

Il primo organo dell’Abazia di Acquanegra sul Chiese fu realizzato dai celebri Antegnati tra il XVI e XVII secolo. Trascorsi oltre due secoli l’organo fu spostato dalla posizione originale nel transetto sul portale d’ingresso e fu completamente rifatto da Luigi Montesanti e dal figlio Ferdinando nel 1813. L’organo è racchiuso in una delle più belle casse d’organo del territorio mantovano. Nei primi decenni del XX secolo l’organo ha subito alcune modifiche e l’asportazione delle canne ad ancia; nel corso del recente restauro lo strumento è stato riportato alla sua fisionomia originale. Lo studio del materiale fonico ha evidenziato la presenza di alcune canne Antegnati e soprattutto il riutilizzo da parte dei Montesanti di un importante nucleo fonico appartenente alla bottega dei Benedetti di Desenzano sul Garda.

I Montesanti furono importanti organari presenti nel territorio mantovano, cremonese, veronese, reggiano, bresciano con puntate nel bolognese e modenese per quattro generazioni, dal capostipite Antonio, ad Andrea (1725-1799), poi al figlio Luigi (1757-1830) sino all’ultimo esponente Ferdinando (1787-1860).

Le conoscenze attualmente reperite ci consentono di constatare una cinquantina di organi nuovi, oltre a numerosi restauri e incarichi di manutenzione di organi prestigiosi in sedi ecclesiastiche di rilievo, segno di un risalto e una diffusa stima professionale.

Si ricordano ad esempio gli organi monumentali di Governolo, Castel D’Ario, Poggio Rusco, Goito, ai quali si aggiungono altri pregevoli strumenti edificati come quelli delle parrocchiali di Buscoldo, Carbonara Po, Campitello, Acquanegra sul Chiese, Roverbella, Barbasso, Soave ecc. Esiste un curioso organo da camera di Luigi Montesanti costruito nel 1777, custodito a Roma presso il museo degli strumenti musicali.

Se ancora ci sfuggono i tempi e le modalità con cui i Montesanti si avvicinarono all’arte organaria, possiamo certamente affermare che i loro organi, pur avendo sviluppato caratteristiche proprie, erano molto vicini ai principi costruttivi degli organi della scuola veneta e gardesana-veneta. L’attività dei Montesanti è caratterizzata da una continua sperimentazione di nuovi registri e nuove soluzioni tecniche derivanti dagli influssi delle scuole organarie limitrofe.

Scheda tecnica

L’organo è posto in cantoria sopra il portale d’ingresso.

La cassa rinascimentale (fine sec. XVI - inizio XVII) è riccamente intagliata, dorata e marmorizzata delimitata lateralmente da cariatidi. Il coronamento della trabeazione è composto da un sistema di cornici rettilinee dorate arricchito da un fregio fitoformo ritmato da tre teste di cherubino. Il coronamento a cespuglio arrotondato è di un periodo più tardo, riconducibile allo spostamento dello strumento con l’intento di armonizzare la decorazione della volta con la parte superiore della cassa. Tenda di quaresima in tela con dipinto raffigurante strumenti musicali.

La cantoria in legno dipinto intagliata e dorata. Parapetto con sporgenza al centro; superfici in legno di epoca ottocentesca concave-convesse dipinte a tempra con freschissime nature morte di strumenti musicali e spartiti, delimitate da busti d’angelo con corno, violino e flauto. Palco sorretto da 8 mensole decorate e intagliate, due colonne in legno nella parte centrale con capitello intagliato.

Facciata  a cuspide con ali di 25 canne in stagno, ordine unico, profilo piatto, bocche allineate e labbro superiore a mitria segnata. La canna maggiore corrisponde al Do1 del Principale 8’ Bassi.

Tastiera a finestra di 50 tasti dal Do1 al Fa5, con prima ottava corta; tasti diatonici in ebano in due pezzi con frontalini piatti e cromatici in ebano listato in osso. Divisione bassi-soprani tra Mi3 e Fa3. Tastiera con trasmissione meccanica sospesa.  Pedaliera a leggìo, con 18 tasti (Do1 – Sol#2, con prima ottava corta), costantemente unita alla tastiera; 12 note reali. Tasto a seguito: Tamburo.

Registri azionati da pomoli in noce orientabili, disposti in due colonne a destra della tastiera; targhette cartacee poste ai lati dei pomelli dei registri.

(Colonna interna)                            (Colonna esterna)

Principale di Rinforzo (da Do2)                Principale bassi

Fluta                                                  Principale soprani

Voce umana                                     Ottava bassi

Flauto in Ottava soprani                           Ottava soprani

Flauto in XII                                     Quintadecima         

Cornetto I (VIII – XII)                                 Decimanona

Cornetto II (XV – XVII)                              Vigesimaseconda   

Cornetta Bassi (XIX)                                   Vigesimasesta

Trombe bassi*                                             Vigesimanona

Trombe soprani*                                         Sesquialtera

Timpani in C, D, F, G, A                            Contrabassi

* = Registri di nuova costruzione

 

Accessori: combinazione libera con sistema di inserimento previa rotazione dei pomelli tramite 2 pedaloni monta e smonta.

Nr. 2 mantici a cuneo.

Somiere maestro a tiro. Nr. 2 somieri parziali per i Contrabbassi e Ottave.

Pressione del vento: 45 mm in colonna d’acqua.

Corista: 431 Hz a 10° C, 69% di umidità relativa.

Temperamento: Vallotti.

Lo strumento è stato restaurato da Silvio Micheli Organi A canne (2009).

Bibl.: L’organo Luigi Montesanti 1813 della chiesa di San Tommaso in Acquanegra sul Chiese, a cura di Federico Lorenzani, Associazione culturale “Giuseppe Serassi”, Associazione organistica  “Girolamo Cavazzoni”, Guastalla, 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

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